DAMON BRADSHAW: MI RITIRAI PERCHE’ NON ERO FELICE

Annunciamo una nuova collaborazione con Andrea Talozzi ( con il supporto di Diego Borsani) che ha seguito per noi il Fast Cross by Night 2025 e che seguirà anche altri eventi tra cui due prove del prossimo Supercross. Perchè dovete sapere che Andrea in USA è di casa: ancor prima di terminare gli studi, infatti, ha collaborato prima in Italia con il team Max – Suzuki Valenti e lo Junior Honda Team Martin, per poi trasferirsi in USA collaborando in qualità di meccanico con alcuni team della costa West, tra cui RaceSocal Mx Vacation, Rocket Exaust di Donald Leib e Ag Motorspots di Al Baker; tra i suoi piloti ha avuto Daniele Bricca, Cristian Beggi, Giacomo del Segato, Ivo Monticelli, Andy Winkler, Michael Leib, P J Larsen, Cade Clason, Bryan Toccacieli. Sotto la guida di Samuele Ciacci, è stato vicecampione del mondo MX3 nel 2004 e 2008 come meccanico di Bricca e Beggi.

Di seguito l’intervista che abbiamo preparato insieme a Damon Bradshaw. The Beast from the East” non ha certo bisogno di presentazioni: campione 125 costa Est nel 1989, è stato uno dei più grandi protagonisti degli anni 90. Un talento allo stato puro che ha raccolto meno di quanto meritasse, ma che ha lasciato il segno nel cuori di tutti gli appassionati.

Buona lettura.

MXT: Siamo al Fast Cross 2025 e abbiamo l’onore di intervistare Damon Bradshaw. Damon, bentornato in Italia e bentornato al Fast Cross di Arsago Seprio.

DB: “E’ un onore essere tornato, è passato tanto tempo e qui i fans italiani sono unici, quindi è bello essere di nuovo qui.”

MXT: Molta gente che è qui e molti tuoi fans presenti ti ricordano ancora nell’edizione del 1989 che hai vinto stracciando gli avversari; che cosa ricordi tu di quel giorno?

DB: “La cosa più bella che ricordo era il pubblico di appassionati, decisamente! Facevano un tifo pazzesco per tutta la gara e poi erano accoglienti con tutti noi piloti e ti incoraggiavano; era una cosa al tempo assai normale perché venivamo da un paese differente ed eravamo accolti bene ovunque. Ero molto giovane al tempo e me ne rendo conto solo ora che il tempo è passato.”

MXT: “Super young” come hai appena detto; infatti eri giovanissimo, avevi solamente 16 anni, quando sei entrato subito nel cuore degli appassionati quasi agli esordi  grazie anche alla vittoria all’ Osaka Supercross nel 1988, dove hai battuto addirittura Ricky Johnson che era il riferimento del Supercross in quel momento.

DB: “Si è vero, sono riuscito a fine stagione a battere Rick in quella occasione. Sai può essere stato un bene o un male quella vittoria perché da lì tutti poi si aspettavano grandi cose. Magari lui aveva perso perché aveva guidato male, non perché io ero più forte, ma da lì, senza ombra di dubbio, per me è iniziato tutto.”

MXT: Nel 1989 hai attenuto la vittora nella 125 East Coast Supercross, mentre invece dalla parte opposta (West Coast supecross) ha vinto Jeff Matiasevich. Proprio con Jeff, soprattutto nella classe 250, era nata una accesa rivalità. Perche?

DB:  “Sai, realmente non saprei dirti. Ovviamente ero un top rider al tempo e avevo voglia di vincere, fame di vittoria e lui non mi è piaciuto mai fin dall’inizio.  Abbiamo avuto questa rivalità tra noi e lo puoi vedere anche dalle foto e dai video del passato dove effettivamente eravamo sempre con le “facce arrabbiate”. Io volevo vincere e non volevo che lui intralciasse la mia strada. Abbiamo avuto decisamente delle belle battaglie in pista”

MXT: E anche fuori pista….

DB: (Damon un attimo se la ride)  Ah ah si si anche fuori pista abbiamo avuto da dire. Ma è passato tanto tempo,  abbiamo avuto gare dove gli ho “kick his ass” (gli ho fatto il culo). C’è stata  una gara in California dove sono entrato in collisione con lui cadendo malamente. Ma forse adesso tutto è passato  (NDR:  Damon se la ride in un modo come a dire …il tempo è passato ma la rivalità no).”

MXT: Parliamo della stagione 1992. Sembrava essere il tuo anno, hai vinto 9 gare, eri il TITLE CONTENDER , ma cosa è successo in quell’ultima gara al Los Angeles Coliseum?

DB: “Si, in quella gara ho guidato davvero male! Non ho nessuno da incolpare o qualcosa  a cui dare una effettiva colpa; ho guidato male e non era la mia serata! Sembrava fosse la mia stagione, ma qualcosa non ha funzionato, non dò colpe a nessuno, se non a me stesso!”

MXT: Nel 1993 sei ancora uno dei favoriti per la stagione, soprattutto per il campionato Supercross, agevolato anche dal fatto che Bayle è passato alla velocità. Ma sulla tua strada è arrivato McGrath che si è abbattuto come un ciclone. Cosa ne pensi di Jeremy?

DB: “Ovviamente ha avuto una carriera che ha dell’incredibile, ho tanto rispetto per Jeremy.  Al tempo non avevo ben chiaro cosa volevo fare della mia vita, se continuare con le gare o fare qualcos’altro, quindi in quel momento di mia indecisione lui ha preso il sopravvento. Ripeto l’ho sempre rispettato sin dall’inizio.  Molti altri mi hanno chiesto di questa situazione e posso dire solamente che era arrivato il suo momento.”

MXT: il 1993 è stata anche la stagione del tuo primi ritiro, anzi hai corso la tua ultima gara proprio qui al Fast Cross. Perché questa decisione di ritirarti ?  

DB: “La decisone è stata prettamente mentale; non avevo più la concentrazione per fare questo “gioco” (correre) e avevo il contratto di 5 anni che scadeva proprio nella stagione 93.
Non ero più felice e motivato, non riuscivo a impegnarmi. Era tutto per me irreale: volevo solo andarmene e guardarmi intorno per capire cosa avrei potuto fare. Ero esausto! Dal di fuori è difficile capire:  ero giovane al momento del ritiro,  ma bisogna anche capire che avevo iniziato da altrettanto giovane e in quel breve tempo di gare mi aspettavo molto da me stesso. Questo stanchezza dipendeva da me, c’era molta pressione su di me. Avendo vinto in giovane età avevo molte aspettative e ogni volta che scendevo in pista, se non riuscivo a realizzarle, ero insoddisfatto.”

MXT: Nella stagione 1995 hai deciso di ritornare. Il tuo rientro lo hai fatto alla gara di High Point Raceway nel National.

DB: “Si, quando avevo deciso di andarmene, Yamaha mi avevo dato delle opzioni e mi aveva chiesto cosa volessi fare: a quel tempo la decisione era solo quella di andarmene e vedere di fare altro nella vita,  sopratutto in altri settori. Ero giovane e mi sentivo cosi. Non era la mia priorità, il mio obiettivo quello di tornare. Ma dopo un anno e mezzo, o forse poco più,  ho deciso di tornare a correre ancora. Ho ricominciato a girare in moto e Bob (Robert Oliver di Yamaha Motor USA) mi disse che le porte erano aperte se volevo tornare.”

MXT: Così la tua voglia di tornare in moto è rinata. Nelle stagioni 1995 e 1996 infatti guidavi molto bene, sei anche riuscito ad andare a podio ed ad essere una costante nei top five.

DB: “Si infatti guidavo molto bene e, soprattutto nel 96, ho avuto una buona stagione, ma qualcuno ai vertici Yamaha non era soddisfatto di me e fine stagione non mi venne rinnovato il contratto. Ancora oggi non ne so le motivazioni, ma so chi fu la persona che lo fece. Penso che queste cose succedano per un motivo: non me lo sono dimenticato quello che è successo tra me e Yamaha. Penso che non sarebbe accaduto ad un altro pilota. Soprattutto ad uno che ha corso solo per quella casa.”

MXT: E’ vero che quando McGrath la lasciò alla fine del 96, Honda ti chiese di sostituirlo per il 97 in sella alla moto factory, visto che già avresti corso sulla Honda del team Manchester?

DB: “Dunque… No, non è vero. All’ inizio eravamo un team completamente indipendente (privato). Jim Hill aveva raggruppato degli sponsor e delle moto per affrontare la stagione, ma all’inizio dalla Honda non abbiamo avuto nessun aiuto. Solamente dopo un po’ di gare, visti i buoni risultati, ci hanno detto che forse potevano darci un aiuto che consisteva in qualche pezzo del motore factory, sospensioni, marmitte e linkage delle sospensioni. La moto era completamente nuova (1997 Honda CR250 con telaio in alluminio NDR) e doveva essere testata e migliorata.”

MXT: Proprio con questa moto di un team privato e preparata con alcune parti factory, hai ottenuto ottimi risultati nel Supercross e nel National hai anche ottenuto a tua ultima vittoria nel fango di High Point.

DB: “Si giusto, quella è stata una vittoria, diciamo, aggiunta alla mia carriera; credevo, infatti, di non averne più la possibilità dopo il licenziamento da parte di Yamaha. Questa vittoria vale molto non solo non solo per me, ma anche per Jim ( team managere Manchester Honda) ed ha coronato tutti i nostri sforzi messi in quella stagione 1997, dalla quale non ho guadagnato nulla, ma ne ero consapevole e per me era ok. Per il 1998, però, se dovevamo continuare insieme ci doveva essere un buon budget, soprattutto visti i rischi che si prendono i piloti gareggiando. Non mi aspettavo che Jim dovesse pagare tutto, ma siccome i soldi non c’erano, non poteva funzionare ancora. Servivano gli sponsor.”

MXT: Quindi a questo punto hai davvero preso la decisione di appendere il casco al chiodo.

DB: “Si l’ho fatto. Non ho più corso per diversi anni; poi però ho ricominciato a girare in moto, ma dopo molto tempo. Adesso giro molto in moto, faccio ciò che mi piace:  qualche gara nel motocross, ma anche a qualche adventure bike enduro. Adesso collaboro con Yamaha e Fly Racing.”

MXT: Per curiosità, ti abbiamo visto sulla rivista DIRT RIDER MAGAZINE  attorno agli anni 2000-2001 in sella a una HONDA CR125 del team Factory Connection; credo addirittura che tu abbia provato a qualficarti al Supercross di Daytona con quella moto. Perché questa decisone di ritornare in pista?

DB: “E’ vero! E’ vero!  L’ho usata anche in qualche gara di Arenacross, Non saprei dirti il perché ma avevo voglia di divertirmi, così per gioco; giusto per fare qualche gara nella Est Coast. A quel tempo giravo in moto e mi allenavo molto spesso con Mike Brown che quell’anno poi vinse il campionato National 125 ( 2001 NDR), quindi girando insieme usavo sia la 125 c.c. che la 250 c.c.”

MXT: Quindi sei salito su una 125 c.c, per puro divertimento?

DB: Si, ma non mi è mai veramente piaciuto correre sulla 125cc; mi piace molto di più il 250 e sento che la guido meglio.  E’ stato un divertimento, ma solo perchè nel week end andavo a correre con Brownie (Mike Brown). Entrambi sulle 125 c.c. Ci facevamo 3 gare nel weekend al giorno, con 6 manche a testa; erano tante, ma era super divertente. Di conseguenza mi hanno dato l’opportunità di entrare nella squadra per il campionato Arena Cross.

MXT: Una domanda personale: per molti appassionati sei stato non solo  il punto di riferimento per stile di guida, ma anche un’icona per lo stile del tuo abbigliamento: dal zebrato Fox ai completi Axo. Hai indossato i caschi Bell Helmet e Shoei.  Quale look hai preferito durante la tua carriera?

DB: “Probabilmente mi è piaciuto il periodo con Shoei; i caschi e i colori erano un qualcosa e Troy ( TROY LEE DESIGNS  NDR)  fece un lavoro fantastico.”

MXT: Per noi italiani ovviamente i più bei completi indossati erano quelli Axo.

DB: “Si si è vero. Bhe non posso prendermi il merito dello stile, dei colori, ero solamente una parte del brand, ma la mia storia inizia agli esordi con FOX. Poi quando ho conosciuto Jim Hill che importava Axo abbigliamento e stivali dall’Italia, ho cambiato ed avuto sempre un gran bel rapporto con loro. Sicuramente Jeff Stanton ed io siamo stati una bella vetrina per Axo.”

MXT: Qual è la migliore moto che hai mai guidato?

DB: Probabilmente è stata la Yamaha YZ250 del 2001, quando facevo l’Arenacross. Io e il mio meccanico abbiamo fatto un programma su come preparare la moto e abbiamo provato diversi motori. Uno era troppo potente per l’Arenacross, l’altro era un pò meno potente ma perfetto per quel tipo di gare. Ci siamo divertiti e credo che sia la 250 2 tempi con cui mi sono diverto di più

MXT : Ultima domanda, ma con la risposta sopra penso che già l’hai già data:  2 tempi o 4 tempi?

DB: “Uhmm, veramente mi piacciono entrambe: se devi correre il 4 tempi è molto più semplice, ha più potenza. ha più cavalli,  anche se quando inizi ad invecchiare il 450 è anche troppo potente.
Mi piacciono entrambi, e recentemente ho ricominciato a guidare un 250 2 tempi e mi diverto tanto, cosi come anche con il  125. Mi piacciono tutte e le guido tutte, dal 2t al 4t.”

MXT: molti qui in Italia e in Europa non lo sanno, ma Damon Bradshaw dopo che è stato un grande campione in moto, si è cimentato anche sui Monster Truck e rappresenta il brand Monster Energy.

DB: “Si lo sono stato, non perché sia meglio del motocross, ma in USA è un intrattenimento per il pubblico molto divertente, mi sono diverto e mi è piaciuto farlo per quasi 11 anni. Inoltre la mia relazione con Monster inizia già dal 2001 quando ancora si chiamava HANSEN’S Energy; sono molto fortunato ad essere parte di questa famiglia.
Ora sono tornato dove mi piace, nel settore delle moto.”

MXT: Damon grazie per essere stato con noi di MXTribe, speriamo di rivederti presto

DB: “Anche a me grazie a voi !”

Intervista Andrea Talozzi e Daniele Sinatra

Foto Riccardo Somenzi e Andrea Talozzi

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