RYAN HUGHES: LA PISTA DI ASTI ERA MAGNIFICA

Altra intervista realizzata a Maggiora durante il 2T Trophy. Stavolta tocca a Ryan Hughes ex pilota Kawasaki factory in USA e Honda nel mondiale, vincitore del motocross delle Nazioni nel 2000. Menzione speciale per lo statunitense che ha usato l’abbigliamento dell’epoca durante l’evento. Intervista realizzata sempre in collaborazione con Nicola Paoletti di motocrossall (cercate su instagram la sua pagina vintage).

MXT: Ciao Ryan, due anni fa hai subito un gravissimo infortunio alla schiena e all’epoca hai detto che non saresti più salito su una moto e che per te sarebbe stata una grandissima sofferenza, vista la tua grande passione per questo sport. Oggi partecipi all’evento di Maggiora e, se non ricordiamo male, si tratta della tua seconda uscita in moto dai tempi dell’infortunio.

H: Si sono salito una volta in moto circa un anno fa. Hai ragione, ho una grandissima passione per il motocross ed ho sofferto moltissimo in questo periodo senza guidare. Oggi lo faccio volentieri perchè è un bellissimo evento e voglio far divertire i fans presenti. Devo dire che non ho perso gli automatismi, la mia testa si ricorda sempre come si va in moto, è come se non fossi mai sceso, però  sono un poco nervoso. Sono molto cauto in pista, soprattutto se ci sono canali o salti molto lunghi. Ma andare in moto è sempre una bellissima sensazione.

MXT: Ma hai paura quindi?

H: No, non ho paura. Ma sto molto attento; sono cosciente del fatto ho subito un brutto infortunio e che non sono obbligato a guidare come facevo una volta. Sono contento di chiudere l’ultimo salto qui a Maggiora; se non chiudo gli altri non mi interessa perchè già sono contento di potere girare. Non voglio esagerare. In conclusione posso dire di essermi ormai abituato al fatto che non guido più una moto come prima. Una volta soffrivo molto a non girare. Adesso molto meno, non la sento più come una necessità vitale. Stamattina guido, di pomeriggio mi rilasso alla grande ehehe!

MXT: Quindi oggi guidi la moto e poi? Non la tocchi più fino al prossimo anno?

H: No, la guido ma senza stress e senza impegno. Solo per il piacere di guidare, senza dovere dimostrare nulla. Non mi interessa andare veloce o fare ancora i salti. 

MXT: Quale è la migliore moto che hai guidato in carriera? 

H: Non ho dubbi. E’ la Kawasaki KX 250 del 96. A quel punto Hughes si rivolge a Emig che gli siede accanto e gli dice “Quando era bello il KX 96?” E Emig ( che ha confermato nella sua intervista – v. link in basso) risponde “eravamo insieme nel team; moto stupende in quei tre anni”!

MXT: Durante la permanenza in Europa hai vissuto ad Asti, parli un poco italiano?

H: Spaghetto al pomodoro! ( e ride) E poi basta, non so dire altro. Ho imparato solo le parolacce!

MXT: Due anni fa ricordiamo che sei stato in Italia e sei andato a vedere i resti della pista di Asti. Per te rimane sempre la pista più bella? Anche meglio delle piste del National che sono stupende?

H: Asti era una pista magnifica. Divertente, con un bel layout. Era bello girarci. Il terreno aveva una composizione molto bella, senza sassi anche se non era sabbia. Ci andavo spesso perchè abitavo lì vicino e a volte ero l’unico a girare e per me era una libidine. In America la più bella è Unadilla.

MXT: Domanda secca: 2T o 4T?

H: Dipende dalla giornata. Il 2 tempi per la storia, il sound ed il divertimento. Ma con il 4 tempi, anche per lo sviluppo che c’è stato in questi anni, vai molto più veloce. Con le sospensioni che hanno poi sono facilissimi da guidare.

MXT: La facilità di guida potrebbe però essere la causa dei tanti infortuni?

H: Non direi. Guardate che di infortuni ce n’erano molti anche ai miei tempi, quando correvamo con i 2 tempi. Il problema di oggi sono le piste. Gli sviluppi alla moto, molto più performanti, hanno portato ad avere salti molto più grandi e velocità molto più elevate. Anche i piloti di oggi sono impressionanti: le capacità di guida sono più elevate, fanno cose impensabili. Guarda, ci sono degli amatori oggi che se li paragoniamo ai professionisti dei miei tempi vanno più forte, sia per lo sviluppo delle moto che per le loro capacità di guida, tipiche dei piloti moderni. Allo stesso tempo bisogna dire che il 2T era più difficile portarlo al limite, mentre oggi un pilota meno capace trova il limite più facilmente con il 4T. In ogni caso i problemi di oggi sono i salti e le velocità troppo elevate: ai miei tempi i salti non erano così grandi anche perchè le stesse case non volevano che noi piloti rischiassimo più del dovuto. Oggi pure le piste amatoriali hanno salti mostruosi, più impegnativi rispetto alle piste di Supercross dei miei tempi!

MXT: Effettivamente guardando i video di 30 anni fa, le piste sembrano quelle amatoriali di oggi con dei salti molto più piccoli.

H: Sono epoche diverse, paragonarle ormai non ha senso.

MXT: Complimenti per la scelta dell’abbigliamento. Nessuno, oltre te, usa quello dell’epoca.

H: Grazie, mi sembra sia azzeccato per oggi!

Intervista Daniele Sinatra e Nicola Paoletti (@motocrossall)

Foto Daniele Sinatra

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