Il pilota KTM parla per la prima volta da quando è stato sospeso per doping. Ecco la sua dichiarazione:
“Come è stato ampiamente riportato dalla stampa, il 12 aprile 2018 mi è stata notificata dalla FIM una presunta positività al Methylhexan-2-Amine, rinvenuta dopo un esame delle urine eseguito a sorpresa il 10 febbraio 2018, subito dopo il Supercross di San Diego . La notifica della FIM è stata una completa sorpresa per me perché non ho mai, intenzionalmente o per negligenza, ingerito alcuna sostanza proibita, e in particolare, la presunta sostanza che presumibilmente avevo nel mio corpo il 10 febbraio 2018. Non ho mai barato, non ho assunto sostanze proibite e mai ho cercato di migliorarmi usando scorciatoie, nessuno mi ha offerto o fornito alcuna sostanza che sia proibita dal Codice Anti-Doping della FIM. Ho lavorato troppo duramente per tutta la mia carriera per metterla in gioco prendendo qualche sostanza proibita.
Sono devastato da questa situazione e davvero frustrato dall’iter processuale. La FIM è stata poco professionale con me per quanto riguarda la tempestività della comunicazione, la divulgazione delle informazioni relative al mio campione A e la richiesta di test del campione B. Con deprecabile ritardo, la FIM mi ha informato che il mio campione B sarà sottoposto al test solo il 16 maggio e che i risultati e la documentazione a supporto non saranno divulgati. Inoltre, devo ancora ricevere la documentazione relativa al campione A, che doveva pervenire in 15 giorni dal 15 aprile.
A questo punto, ho presentato una richiesta di revoca della sospensione provvisoria, ma ho poca fiducia che venga accolta poiché la procedura si basa esclusivamente sui documenti acquisiti, mentre una udienza in piena regola sull’accusa di uso di sostanze proibite sarà solo tra mesi. Ho scoperto che la FIM è un’organizzazione che ha un potere enorme: può sospendere un atleta professionista, senza alcun processo, senza alcuna opportunità di potersi difendere e senza prove a sostegno della sua tesi. Di conseguenza, la FIM con la sospensione impedisce anche agli atleti di essere remunerati, facendo venire meno i mezzi finanziari necessari per difendersi, il tutto rifiutandosi di comunicare tempestivamente i risultati e rivelare le prove a sostegno . Dire che si tratti di un processo ingiusto è un eufemismo.
Nonostante questa sproporzione, farò tutto il possibile per combattere questa accusa, riabilitare il mio nome e continuare la mia carriera. ”