Suzuki Press Day
Suzuki Press Day
Insider News # 4
Parte del Team Makita Suzuki Rockstar era presente oggi all’Angel Stadium di Anaheim, e Reed, Alessi e Dungey si sono resi disponibili per una chiacchierata in privato con i giornalisti, lontano dallo stress del weekend di gara.
Prima di passare al riepilogo di quanto ci hanno detto i tre piloti, vi diamo qualche piccola notizia. Al meeting non si è presentato Nico Izzi, e gli addetti stampa Suzuki non hanno saputo nascondere un certo disappunto: ok che il ragazzo corre nella Lites East Coast, ma snobbare completamente gli eventi ufficiali non è una cosa che faccia piacere ai vertici delle Case... Assente anche Michael Byrne, che comunque è già tornato in sella e rientrerà al 90% nella gara di San Diego, dove assisteremo ad un inedito trio Suzuki Factory in 450. Tutto ok anche per Jeff Alessi, fratello di Mike, che a san Francisco si è dovuto fermare dopo che la spalla gli è uscita per l’ennesima volta in seguito ad una caduta. Dalla gara di Atlanta correrà sulla 450 fino a Seattle, quando ritornerà sulla 250F per l’ultimo round della Lites West.
Reed invece ha dato una gran botta mentre provava la pista questa mattina, e zoppicava visibilmente. E’ da lui che abbiamo iniziato.
MXT - Dopo cinque gare facciamo un mini bilancio, tra alti e bassi.
CR - Devo dire che sono contento, anche se c’è ancora qualcosa da mettere a posto. La moto va bene e il Team ha fatto un lavoro straordinario per adattarla al mio stile di guida, sono io che faccio un po’ più fatica del solito ad adattarmi alle piste. In alcuni casi non mi sono proprio trovato, come ad Anaheim 2, dove ad oggi mi sembra un miracolo di aver portato a casa un secondo posto dopo la caduta alla prima curva. A San Francisco non ho mai trovato il ritmo giusto, la pista era molto scivolosa e non avavo la confidenza per dare il 100%.
MXT - Mike Alessi ti ha fatto sudare un bel po’ prima di lasciarsi passare...
CR - In realtà Mike ha fatto tre o quattro giri alla grande e io davvero non riuscivo a trovare un punto dove passare senza rischiare più del dovuto. E’ vero che quando finalmente l’ho passato poi James era già scappato, ma Dungey era appena caduto nella finale della Lites cercando di passare Weimer pur essendo di quasi 2 secondi più veloce e non volevo fare lo stesso errore. A San Francisco davvero era molto difficile sorpassare...
MXT - Il Campionato è lungo ma prima o poi dovrà arrivare il momento dello scontro frontale tra te e Stewart, la lotta faccia a faccia che tutti aspettano.
CR - Tutti, me incluso. Per un motivo o per l’altro quest’anno ancora non ci siamo trovati in condizioe di lottare dall’inizio alla fine. A1 è stato l’antipasto ma poi siamo caduti, Phoenix era più un trenino lanciato a tutta velocità e poi da A2 in poi io ho avuto qualche difficoltà.
MXT - Voi due li davanti state facendo un po’ il vuoto anche se Villopoto e Grant sembrano in grado di avvicinarsi ogni tanto. Ma altri piloti non hanno un po’ deluso? Gente come Windham, Tedesco, Short, Millsaps o Hill...
CR - Si i due rookie stanno andando bene, Grant è sempre finito nei top 5 e ha vnto anche una gara, mentre Villopoto sta crescendo. A San Francisco mi era dietro e non riuscivo a staccarlo, sebbene in realtà non mi sentivo minacciato, non credo ne avesse per venirmi a prendere. Per quanto riguarda gli altri capisco che da fuori possano sembrare deludenti rispetto alle aspettative ma vista da pilota la cosa è diversa, anche perchè ci sono già passato. Hill ha iniziato la stagione infortunato, mentre tutti gli altri piloti che hai menzionato sono sulle Honda. Da quello che vedo e che sento dire nel paddock credo stiano avendo dei grossi problemi di setup, mi sembra impossibile che Windham sia così rigido in sella o che Millsaps guidi così male: è sempre stato tra i migliori sulle whoops e adesso fa una fatica pazzesca. Short poi, che comunque ha pur fatto un podio, lo conosco bene: si ammazza di lavoro e non si tira mai indietro, ma credo che stavolta lui e gli altri stiano dando il massimo e il problema non sia di pilota ma di moto.
Mike Alessi sta invece facendosi vedere sempre più spesso la davanti, da buon mago delle partenze:
MXT - Mike, il calvario sta finendo?
MA - Si, davvero un calvario hai detto bene: clavicola nel SX 2008, poi la caduta terribile a Red Bud nel National, poi ancora una gamba rotta in piena preparazione per il SX 2009. Sono rientrato con solo 2 settimane di preparazione ma alla fine ho fatto la scelta giusta, parto bene, mi faccio notare e nel frattempo stare davanti con i primi mi permette di imparare un sacco di cose: traiettorie, salti, da che lato affrontare le whoops, tutte le piccole cose che vedi solo in gara...
MXT - La caduta di Red Bud è stata terribile, hai riguardato le immagini?
MA - Solo due volte in realtà. Vedere tutto da fuori non mi sembra nemmeno possibile che fossi io, quello che si vede in video sembra uno che viene tritato, sembra un morto! Sono stato davvero molto fortunato...
MXT - La domanda è un po’ prematura, ma tra pochi mesi si torna all’aperto per correre il National, hai delle aspettative?
MA - Certo, in realtà non vedo l’ora che inizi il National perchè mi rendo conto che ho delle ottime chance di vincere il titolo. Il Motocross è la disciplina che preferisco e dove posso ottenere grandi risultati, nonostante stia facendo dei bei progressi anche nel Supercross.
MXT - Tra i giovani, come dicevi tu stesso, sei quello che in 450 si sta mettendo più in mostra: chi sono i tuoi avversari diretti?
MA - In realtà in questo particolare momento sto cercando di concentrarmi solo su me stesso, non mi curo degli altri, non penso a chi mi affianca o con chi sto lottando. Il mio scopo è fare una buona stagione Supercross ma soprattutto usare la testa e stare lontano dagli infortuni, per poi giocarmi tutto nel National.
MXT - Giravano voci di una tua partecipazione a qualche GP del Mondiale, me ne aveva parlato anche tuo padre, poi tutto è rientrato.
MA - Si, il mio porgramma ora prevede solo il Supercross ed il National, anche se farò qualche gara in Europa come il SX di Bercy e magari qualche altra internazionale, ma solo indoor.
Chiudiamo con Dungey, bello rilassato e sorridente.
MXT - Allora Ryan, quest’anno sembra che tutto vada per il verso giusto... anche la caduta di San Francisco è stata quasi ininfluente...
RD - Si, tutto sta andando bene, sono più rilassato e più convinto dei miei mezzi. E’ certamente dovuto alla maggiore esperienza, che mi aiuta anche a gestire meglio la pressione. Dopo una caduta come domenica, l’anno scorso probabilmente sarei andato fuori di testa e avrei combinato anche peggio. Invece mi sono rialzato e sono andato ariprendere canard per il secondo posto.
MXT - Cosa è successo esattamente?
RD - Nella heat avevo già provato a passare Weimer ma non avevo trovato varchi anche se ero più veloce, per cui in finale mi sono detto che alla prima occasione mi sarei buttato dentro. Lui ha aperto la porta e io mi sono infilato, volevo chiudergli la traiettoria me penso che non mi abbia visto entrare e alla fine mi ha schiacciato la ruota dietro quel tanto che bastava da alleggerire l’avantreno e farmi cadere. Non sto dando la colpa a lui, sono io che ho forzato il sorpasso ma sono contento di averlo fatto. Quest’anno ho deciso di far succedere le cose anzichè aspettare che succedano, e un piccolo intoppo ci sta.
MXT - Ti aspettavi un Weimer così veloce?
RD - Già l’anno scorso ha dimostrato a Phoenix di poter vincere. Poi sulla Kawasaki Pro Circuit sapevo che sarebbe stato competitivo, anche perchè Mitch Payton non fa salire sulle sue moto il primo arrivato ma sceglie sempre molto attentamente i suoi piloti e negli ultimi 15 anni ha sbagliato raramente. E poi sono contento che il mio avversario sia uno come Weimer: ci assomigliamo molto, è una persona solare, un vero sportivo. Sono contento di avere lui come avversario e non qualcun altro... è un bene anche per lo sport, per il messaggio positivo che manda ai tifosi.
giovedì 5 febbraio 2009 (foto © AP Trading)