Ormai è noto a tutti che Ktm sta attraversando una grave crisi economica.
Ktm al momento ha dato il via a una ristrutturazione dei debiti in auto -amministrazione. La domanda è stata presentata ieri 29 novembre; ciò consentirà all’azienda di continuare a gestire la propria operatività sotto supervisione giudiziaria. L’obiettivo è giungere a un accordo con i creditori entro 90 giorni, per avviare un piano di riorganizzazione che permetta al marchio di uscire dalla crisi.
Il gruppo accede quindi a una di quelle misure volte al salvataggio dell’impresa tanto volute dall’Europa. Il fine primario infatti non è più quello di liquidare le imprese che si trovano in uno stato di insolvenza ormai irreversibile, ma quello di salvaguardare la continuità aziendale, divenuto bene giuridico da turelare. In altri termini in base alle nuove direttive europee, recepite poi dagli stati membri, viene offerta agli imprenditori la possibilità di prevenire l’insolvenza di fronte a difficoltà finanziarie o eventi imprevedibili oppure si concede agli imprenditori insolventi (insolvenza non irreversibile) una seconda opportunità. Basti pensare che in Italia nel nuovo codice della Crisi d’impresa e delle insolvenze è totalmente sparita la parola fallimento (ed anche il termine fallito per l’imprenditore o il titolare di una ditta individuale). In caso di insolvenza irreversibile il Tribunale dichiara infatti l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale.
Da fonti di stampa austriache si apprende che lo stato di insolvenza coinvolge KTM AG e le sue due sussidiarie, KTM Components GmbH e KTM Forschungs und Entwicklungs GmbH. Le dichiarazioni di KTMAG riportano 1,8 miliardi di euro di passività, mentre l’Associazione dei creditori alpini (AKV) stima il debito combinato delle tre entità a 2,9 miliardi di euro. I creditori sarebbero circa 2.500. Di questo debito, KTM AG deve circa 1,3 miliardi di euro alle banche, 365 milioni di euro ai fornitori e 40 milioni di euro in stipendi ai dipendenti.(Fonte https://motorcyclesports.net/terrifying-ktm-ag-and-subsidiaries-face-e2-9-billion-in-debt-and-over-2000-creditors/
Al momento Stefan Pierer ha dichiarato che la produzione cesserà per circa 2 mesi, gennaio e febbraio 2025, per smaltire l’invenduto giacente in magazzino e stoppare i costi derivanti dalla produzione. Inoltre saranno versati gli stipendi di dicembre alle maestranze, ma quelli di novembre e le gratificare natalizie rimangono bloccati. Sono previsti ovviamente dei licenziamenti mentre l’attività Racing rimane in essere in nome di quel vecchio motto “si vince la domenica, si vende il lunedì ”
Secondo il FinTelegram news (https://motorcyclesports.net/terrifying-ktm-ag-and-subsidiaries-face-e2-9-billion-in-debt-and-over-2000-creditors/) vi è stata una gestione “allegra” negli ultimi anni. Sotto accusa, come accade spesso di fronte a una crisi, vi sono anche i dividendi distribuiti agli azionisti ed i bonus ai dirigenti. Basti pensare all’anno finanziario 2020 (anno del covid) in cui sono stati distribuiti 11,5 milioni di dividendi a fronte di contributi statali di 11 milioni ricevuti per la pandemia! Anche nel 2024, con una perdita operativa di 195 milioni di euro e un debito netto in aumento da 300 milioni di euro nel 2022 a 1,5 miliardi di euro, sono stati distribuiti 17 milioni di dividendi relativamente all’anno finanziaro precedente. Senza contare l’aumento del 30% sulle remunerazioni dei dirigenti in piena pandemia. Sono numeri, rispetto all’ammontare dei debiti, irrisori ma che denotano la volontà del management di dare priorità ai pagamenti degli azionisti e ai bonus dei dirigenti in luogo di piani a lungo termine volti alla stabilità dell’azienda.
Al momento in assenza di dettagli sul piano di ristrutturazione è difficile fare previsioni sul futuro del gruppo. Secondo alcuni potrebbe intervenire il costruttore indiano Bajaj che potrebbe addirittura divenire azionista di maggioranza con l’estromissione dello stesso Pierer. Tuttavia al momento le trattative sono in fase di stallo.
Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane.