GP ARGENTINA DUE STORIE DA RACCONTARE

Ci sono due storie legate al GP di Argentina che meritano un approfondimento: sono quelle che riguardano Van Horebeek e Evans, entrambi a podio nelle rispettive classi.

Anzi più che storie, forse dovremmo chiamarle favole.

Quella del pilota belga è forse la più bella tra le due: è stato il primo pilota Factory appiedato dal team per cui correva la scorsa stagione. Già a giugno infatti il team Yamaha gli comunicò che dopo 5 stagioni insieme non gli avrebbe rinnovato il contratto per il 2019. Da quel momento per Jeremy è cominciato un vero e proprio calvario tanto che sembrava certa la sua non presenza al mondiale 2019. Dapprima è stato accostato a vari team legati alla Ktm (cercate Van Horebeek sul sito) ma, man mano che i mesi passavano, nessuna svolta. Jeremy non non ha mai perso le speranze. A dicembre Jeremy annuncia a sorpresa  la sua partecipazione al Touquet con il team francese Honda SR. Il Touquet non va benissimo a livello di risultato, ma nasce un bel rapporto con la squadra. Da qui l’idea di partecipare insieme al mondiale, con una Honda che, a quanto pare, altro non sarebbe che il muletto della gara del Touquet.

Il resto è storia. Jeremy si presenta carico come non mai. Il suo entusiasmo si percepisce già tramite social. Bisogna dimostrare al mondo che lui non merita l’esclusione dal mondiale, che è ancora un signor pilota.

Senza la pressione data dall’essere un pilota  factory e con una gran voglia di riscatto, Jeremy fa una gara impressionante e, complice la caduta di Febvre, si porta a casa il terzo posto assoluto. Scusate se è poco.

E che dire di Evans? Campione australiano Mx2 nel 2017, lo scorso anno termina secondo in Mx1 dietro Ferris. Disputa un bel motocross della nazioni e la Lancelot lo sceglie per sostituire il connazionale Lawrence, emigrato negli USA.

Anche per lui un debutto col botto culminato con il terzo posto assoluto, ripercorrendo la carriera di altri piloti venuti dall’Oceania, come Reed, Coppins, Leisk  Townley, il compianto McFarlane etc.

Due belle storie di sport, non c’è che dire.

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