INTERVISTA A CHRISTOPHE POURCEL

Qualche mese fa avevamo annunciato il suo ritiro, (https://www.mxtribe.com/2018/2017/12/13/christophe-pourcel-annuncia-il-ritiro/) pensando a quanto sarebbe mancata la sua classe nelle piste di tutto il mondo.

A Loket, durante la nostra trasferta mondiale, abbiamo avuto la fortuna di incontrare Pourcel nel paddock e non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di scambiare quattro chiacchere con uno dei più grandi talenti degli ultimi anni.

MXT: Ciao Chris, è un piacere rivederti nel paddock del mondiale. Quali differenze hai trovato visto che manchi dal alcuni anni?

CP: Rispetto a quando correvo io ho notato dei grandi cambiamenti. Prima era solo motocross, adesso è diventato anche uno spettacolo più mediatico.

MXT: Pensi sia migliorato?

CP: Si, penso sia meglio per il business e tutta l’industria che c’è attorno. Grazie alla copertura televisiva il motocross cresce e attira più pubblico e quindi anche i grandi sponsor che permettono ai team di investire e crescere.

MXT: Vedendo questi cambiamenti, rifaresti la stessa scelta di abbandonare l’Europa per andare a correre negli USA?

CP: Si assolutamente. Il mio obiettivo era vincere un campionato del mondo e poi andare a correre in America per battere gli americani. Era il mio sogno sin da bambino quello di correre in America. I sogni sono sempre difficili da realizzare, ma ho vinto molte gare e due titoli SX in America e quindi posso ritenermi soddisfatto.

MXT: Oltre ai due titoli SX sei stato a un passo dal vincere anche il national 250 che però ti è sempre sfuggito per episodi sfortunati. Questa mancata vittoria ti pesa?

CP: Già, la prima volta ho rotto la moto, la seconda volta mi sono lussato una spalla. Queste sono le corse e la sfortuna fa parte di questo sport. L’importante è andare sempre avanti. Ormai è andata così.

MXT: A proposito, come vanno i rapporti con Barcia, visto che quando correvate insieme non andavate tanto per il sottile?

CP: Barcia era un ragazzino che doveva mettersi in mostra, io ero l’uomo da battere. Io dovevo pensare a vincere il campionato, lui dovendosi mettere in mostra pensava solo a “giocare” con me. E’ un bravo ragazzo, ma a volte in gara faceva cose stupide e diventava pericoloso. A quel punto, però, per me non era affatto divertente. Finchè si fa una gara maschia mi sta bene, ma se poi diventa pericolosa, allora non mi va più bene. 

MXT: Adesso hai il doppio passaporto. Preferisci vivere in Europa o negli Usa?

CP: Preferisco l’Europa per il cibo, considerato che si mangia decisamente meglio. Certo gli Stati Uniti hanno il loro pregio. Vuoi mettere la libertà di andare in moto quando e dove vuoi? In generale mi piace viaggiare. Mi piace stare in Francia, mi piace molto l’Italia. Giro tantissimo. Settimana prossima farò una gara in Svizzera e oggi sono qui a Loket. E’ davvero bello stare sempre in giro per il mondo.

MXT: Come ti vedi da qui a dieci anni? Cosa farai?

CP: Penso che rimarrò sempre nell’ambiente del motocross perchè è la mia più grande passione sin da quando ero un bambino. Poi è diventato anche il mio lavoro. Io amo il motocross, forse adesso che ho smesso anche di più. Potrei collaborare con una casa, un team o un pilota. O fare il giornalista.

MXT: Adesso collabori con Ivo Monticelli. Come va?

CP: E’ un pilota che promette bene e corre per un team ben strutturato. E’ il primo anno che fa la MXGP ma è stato già in grado di centrare la top ten. Adesso stiamo lavorando per migliorare la tecnica di guida, la moto e gli allenamenti. Con Ivo lavorerò sicuramente anche il prossimo anno e l’obiettivo sarà quello di entrare costantemente nella top ten.

MXT: Ti ricordi la battaglia con Tony cairoli nell’ultima prova del mondiale 2006 in Francia? Nonostante ci fosse in ballo il titolo è stato un bel duello, duro ma corretto.

CP: Tony è un mio grande amico. Abbiamo fatto delle grandi gare insieme e sempre nella massima correttezza. Penso che questo sia il motivo per cui io ho tanti fan in Italia e lui in Francia. Mi è sempre piaciuto correre contro Cairoli, perchè anche quando in ballo c’era qualcosa di grosso, sapevo che tutto si sarebbe svolto nella massima correttezza, come quella volta in Francia.

MXT: Ancora una domanda. Come mai dopo i due titoli i due titoli Sx in 250 hai avuto difficoltà a trovare una moto per il salto in 450? Ci provò pure Mitch Payton a organizzare un team per te, ma non se ne fece nulla.

CP: Il team Pro Circuit in 250 è il miglior team e Mitch Payton è il numero uno in assoluto, ma lui deve seguire la 250 per la Kawasaki e non poteva allestire un team per me in 450. In realtà dovevo passare al team factory Kawasaki per il salto in 450 e affiancare Villopoto che era già il numero uno della squadra. Villopoto ha però posto un veto su di me. Quando correvo in 250 eravamo molto amici, ci frequentavamo fuori dalle piste, ho pure mangiato a casa sua. Quando dovevo passare in 450 non mi ha più cercato, ha rotto l’amicizia e poi ha messo un veto su di me, impedendomi di passare in 450 nel team factory.

Testo e foto: Daniele Sinatra

Si ringrazia Nicola Paoletti per la collaborazione.

 

 

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