VINTAGE GLORIES: JEAN MICHEL BAYLE

JMB L’EROE DEI DUE MONDI

Come si può definire Jean Michel Bayle? L’eroe dei due mondi? Quello sicuramente! Si può definire anche il più grande di tutti i tempi? Difficile stabilirlo. I tifosi hanno assegnato il titolo di G.O.A.T. (great of all time) a Ricky Carmichael, ma per quello che fatto vedere in pista Bayle potrebbe meritarlo assolutamente. Il suo talento immenso si è palesato in maniera tanto fulminea tanto quanto lo è stata la sua carriera. Ma la sua carriera nel mondo artigliato non è durata poco per un motivo specifico, tipo un infortunio come capitato a Bailey per esempio. No, la sua è stata una scelta ben precisa. Raggiunta la vetta del mondo del motocross, ha preferito scendere e dedicarsi ad altro. Un carattere particolare quello di Bayle, eccentrico, duro, capriccioso da buon francese, anche se amava vivere lo stile di vita americano pur odiando gli americani. Questo spiega molto della sua personalità molto complessa. La sua guida poi era superba. Danzava sulla moto, velocissimo, ma elegante allo stesso tempo. Degno erede di Bailey sul punto. Ma Bayle ha dato tanto al motocross per quanto riguarda la guida, soprattutto all’interno di uno stadio. Si può definirlo un precursore. E’ stato il primo pilota a dimostrare nel Supercross che per vincere non è necessario curvare all’esterno della curva sfruttando l’appoggio: il francese è stato il primo pilota a curvare stretto negli stadi e a saltare ugualmente gli ostacoli. E’ stato poi anche il primo pilota a capire che piuttosto che saltare alto è più conveniente saltare bassi e lunghi, anticipando la tecnica di guida che poi ha fatto grande Jeremy McGrath che divenne di fatto il suo erede alla Honda, facendo faville sulle CR che furono sviluppate proprio dal francese.

Jean Michel Bayle comincia a farsi notare nel 1987. In sella alla Honda ufficiale è l’unico pilota in grado di intromettersi nel duello tutto olandese tra Strijbos, campione in carica, e Van de Berk, alla fine campione. Il francesino di Manosque conclude il mondiale alle loro spalle al terzo posto, vincendo anche due GP. Gli addetti ai lavori pronosticano un futuro radioso per lui. Il suo talento si manifesta in quella stessa stagione anche oltre oceano. Nel fangoso Nazioni di Unadilla, JMB nella prima manche, quella corsa insieme alle 500, arriva quinto e primo di classe. Roger De Coster, manager della Honda Usa, si accorge di lui. Lo comincia quindi a seguire durante l’inverno, quando il francese decide di allenarsi in Usa in vista della stagione 1988.

Il mondiale 125 1988 si apre con una sopresa: Jobè, fresco campione del mondo della 500, si schiera nella 125 per diventare il primo mr. 875 della storia (impresa che riuscirà quell’anno al connazionale Eric Geboers). Il feeling con la piccola 125 non arriverà mai e il duello per il titolo si restringe a Bayle e il solito Strijbos, sempre in sella Cagiva. Nessuno riesce a intromettersi nel loro duello. Su 24 manche i due ne conquistano ben 22. Le altre vanno a Tragter e Maddi. Il mondiale si decide all’ultima prova, il 28 agosto in Svizzera. Strijbos guida il mondiale con 7 punti di vantaggio, ma vanifica tutto per una caduta al via della prima manche, dove nonostante una grande rimonta arriva solo al quarto posto, mentre il francese vince. Prima del via della seconda e decisiva manche i due partono quindi in parità. L’olandese ci prova, parte anche al comando, ma Bayle quel giorno ha qualcosa in più e vince la manche e quindi anche il primo titolo mondiale.

Nell’inverno Jean Michel vola ancora negli Stati Uniti e qui svela il suo piano a De Coster. Vuole vincere il mondiale 250 e poi trasferirsi subito in Usa per battere gli americani a casa loro!!! De Coster decide di aiutarlo e pianificano insieme la stagione. Si parte con il Supercross a inizio anno, poi il mondiale e poi il ritorno in Usa per le ultime del National 500. A quel punto se tutto fosse andato secondo i piani Honda non gli avrebbe negato un contratto per il 1990! Bayle si presenta quindi da privato con una Honda preparata da Pro Circuit al via del Supercross. La prima gara è un vero disastro, con un ritiro al primo giro, ma Bayle raggiunge già il podio alla quinta gara, finendo secondo dietro a Johnson che dominò la prima parte della stagione (ne parleremo  in un altro pezzo).  Poi prese parte alla prima prova del National a Giansville e vinse l’assoluta, con un primo e un terzo posto. Quel giorno sui pantaloni indossava la scritta Stars Buster (cacciatore di stelle!). Dopo avere presentato un bel biglietto da visita agli americani, JMB, come da programma,  torna in Europa per il mondiale, ma salta la prima prova per infortunio. Poco male. Il francese è una spanna sopra tutti e con 6 vittorie e 12 vittorie di manche conquista il titolo con facilità. Unica pecca della stagione mondiale: essere sconfitto al GP degli USA a Unadilla. Ci tiene molto a impressionare la Honda e infatti nelle prove Bayle rifila a tutti tre secondi, ma in gara nulla può contro Johnson che realizza una doppietta. Una dura lezione per il francese che capisce che deve curare ancora meglio la preparazione atletica. Come da piani di inizio stagione torna in USA per le ultime prove del National 500 sempre in sella alla sua Honda privata preparata da Mitch Payton. Lui fresco campione del mondo della 250 si arrangia come può. Addirittura la notte tiene la moto nelle camere degli hotel. Nonostante abbia saltato le prime due prove, finisce quinto assoluto, diventando una spina nel fianco per Stanton e Ward che si contendono il titolo e vincendo anche l’assoluta dell’ultima gara.

A quel punto De Coster può tranquillamente convincere la Honda USA a fargli un contratto per la stagione 1990 che prevede la partecipazione al Supercross e al national 125. De Coster diventa il suo principale alleato. I due parlano tra loro solo in francese e questo irrita non poco gli americani e soprattutto il lato box  Honda di Kiedrowski e Stanton. I piloti americani non sopportano questo francese velocissimo giunto in casa loro per rompergli le uova nel paniere: lo isolano e lo deridono. In pista poi sono solo scorrettezze nei confronti del francese. Addirittura il suo compagno di squadra Kiedrowski nel National gli procura una frattura ad un braccio mentre il francese guida la classifica. Nonostante questo clima la stagione è esaltante: nel Supercross giunge secondo a soli 7 punti dal compagno di squadra Stanton, vincendo anche 5 prove e saltando pure due gare per infortunio. Nel National 125 vince tre prove ed è al comando del campionato fino all’incidente con Kiedrowski. Sono le prove generali per il 1991, l’anno della consacrazione.

Bayle si dedica ancora di più agli allenamenti e su consiglio di De Coster si isola totalmente dagli americani. I tifosi americani infatti lo detestano e lo fischiano, lo vedono come un invasore. Stanton lo odia per via del rapporto privilegiato con De Coster. Tutto questo carica ancora di più Bayle che prepara la sua vendetta contro tutto il mondo a stelle e strisce. Si allena sempre da solo. E quando scopre che Stanton si allena nella pista Honda sempre il giorno dopo al suo per copiare gli assetti, comincia a dare informazioni sbagliate alla squadra. Solo De Coster è al corrente di tutto e lo asseconda. Prima delle finali, a pochi minuti dal via, Bayle fa stravolgere l’assetto della moto per tornare alle regolazioni giuste. A quel punto Stanton capisce il gioco del francese e non copierà più nulla durante la stagione! Bayle in quella stagione è una macchina da guerra ed il duello con Stanton è serrato fino a quando lo statunitense salta un paio di prove per infortunio. Fino a quel momento i due erano separati da pochi punti, ma Bayle ha comunque vinto più gare. La stagione si conclude con il meritato trionfo nel Supercross, suggellato da 8 vittorie (record a quel tempo). Diventa il primo e finora unico europeo della storia al momento ad avere vinto il Supercross usa nella classe maggiore. Bayle  però non ha ancora finito di fare male agli americani. Il suo anno in stato di grazia si conclude con un doppio trionfo nel National. JMB conquista sia il titolo in 250 che in 500. Questa tripletta rimarrà nella storia del motocross americano perchè unica. Nessun altro pilota riuscirà infatti a nell’impresa. Dal tetto del motocross USA Bayle a quel punto si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa e rilascerà nelle interviste parole di fuoco contro l’ambiente delle corse americane e i colleghi in particolare. Ne ricordo una in cui definiva Stanton, Bradshaw e Kiedrowski rispettivamente come stupido, molto stupido e molto molto stupido!

Raggiunta l’impresa JMB si sente ormai vuoto. Ha ottenuto dal motocross tutto quello che si può ottenere. Due titoli mondiali e tre titoli in USA tra cui quello più prestigioso. Non deve dimostrare nulla a nessuno. Nel 1992 Bayle inizia la stagione vincendo il GP mondiale della classe 500 in USA e corre una buona stagione nel Supercross, ma in realtà anche se vince tre prove e rimane in corsa per il titolo fino all’ultima prova la sua testa è già altrove. La stagione Supercross nella sua testa infatti è solo una passerella con il numero 1 da esibire sulla moto davanti agli americani che tanto lo detestano. Ma i suoi progetti futuri sono rivolti alla velocità in pista! Piuttosto che allenarsi con la moto da cross, passa il tempo ad allenarsi in pista con una CBR 600. E a fine luglio, durante una pausa nel national, debutta nel motomondiale 250 correndo in casa, in Francia, con una Honda praticamente standard e finendo buon ultimo in gara. Ma questo non lo scoraggia, anzi!

Abbandona tutto e tutti e dal 1993 corre in pianta stabile nel motomondiale, prima in 250 da ufficiale Aprilia e poi anche in 500 da ufficiale Yamaha conquistando una pole position a BRNO.

Si conclude così la carriera di JMB. Una carriera tanto intensa quanto folgorante che lo ha visto in soli 6 anni trionfare in due continenti.

Ci sarebbe una postilla interessante però. Nel 2002 l’amico De Coster passato alla Suzuki si ritrova senza piloti per il national: Whindam in crisi si è ritirato (ma poi ritornerà l’anno seguente proprio nel national) e Pastrana è infortunato e pensa più al Freestyle. Gli propone un contratto. Anni dopo De Coster in una intervista dirà che i suoi tempi erano ancora eccellenti, ma che non se ne fece nulla per via dei troppi infortuni rimediati negli anni della velocità. Un vero peccato……

Testo DANIELE SINATRA

FOTO JMB E RICCARDO SOMENZI

Un pensiero su “VINTAGE GLORIES: JEAN MICHEL BAYLE

  1. Articolo molto interessante come sempre,dopo Bailey il miglior stile di guida se lo aggiudica JMB,impressionante la sua velocità nelle curve senza appoggio!!!!!
    mi sarebbe piacciuto vederlo su una delle Aprilia buone…
    nel palmares manca una piccola nota:
    2002 Won the Bol d’Or and 24hrs of Le Mans

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