INTERVISTA A JAN WITTEVEEN

Sabato mattina a zonzo per il paddock di Arco di Trento mi sono imbattuto in Jan Witteveen. Per la mia generazione l’ingegnere olandese rappresenta un mito assoluto: faccio parte infatti di quella generazione di bambini che sfogliando il diario scolastico (rigorosamente Motor Diario …ve lo ricordate?) sbavava e sognava vedendo quelle moto da cross rosse con l’elefantino sul serbatoio e che poi da adolescente scorazzava in sella a una moto Aprilia che, proprio in quegli anni, comincia a vincere titoli mondiali nella velocità. E’ impossibile pertanto non chiedere un’intervista all’ingegnere che vanta nel suo palmares 40 titoli mondiali vinti tra motocross, enduro e velocità!!!! Jan si dimostra quasi colpito dalla mia richiesta, ma si presta volentieri a rispondere alle mie domande con gentilezza e cortesia. Un vero gentiluomo.

Buona lettura!!!

MXT: Ingegnere, come mai oggi qui ad Arco? Nostalgia della sua prima passione, il motocross??

W: Non è la mia prima passione in realtà, ma il motocross è un settore importante, soprattutto in passato era molto importante per lo sviluppo tecnico della moto in generale perchè tante soluzioni che sono state utilizzate nei campi da cross, alla fine, sono state utilizzate sulle moto da strada, nelle competizioni e, addirittura, anche in Motogp. Io sono nato nella velocità, però il mio primo lavoro da ingegnere era legato all’enduro e poi alle moto da cross e ho avuto degli anni bellissimi a cavallo degli anni 70 e 80 in questo settore, cogliendo risultati di un certo livello. Mi è piaciuto tantissimo lavorare in questo settore e oggi sono qui perchè mantengo dei contatti e scrivo articoli sul fuoristrada ogni mese. Mi piace tenermi aggiornato e capire quello che sta succedendo.

MXT: Qual è il ricordo più bello legato al suo periodo nel motocross?

W: Il più bel ricordo è legato all’anno 1986 dove con le Cagiva 125 eravamo nettamente superiori nei confronti degli altri concorrenti. Era bello ad ogni partenza vedere che alla prima curva c’erano sempre tre Cagiva davanti con Strijbos, Vehkonen e Contini. La Cagiva è stata il primo marchio europeo a vincere il mondiale 125, una soddisfazione enorme!

MXT: Una mia curiosità, dato che possedevo un’Aprilia RX 125. Quando la casa veneta si impegnò ufficialmente nell’enduro con quella moto, lei diede un contributo a quel progetto?

W: In quegli anni in Aprilia mi occupavo solo di velocità, però a volte mi contattavano se avevano qualche problema e magari davo un consiglio. Questo capitava non solo per l’enduro, ma anche per lo sviluppo di tutte le moto della gamma.

MXT: Rispetto agli anni in cui ha lavorato nel motocross, che cambiamenti ha notato? Questo balzo di trent’anni si avverte?

W: Il motocross è cambiato completamente. Una volta le competizioni, e anche il motocross, rappresentavano per le case madri un ottimo banco di prova per sviluppare le moto, per sviluppare tecnologia e soluzioni che a lungo andare andavano poi a finire sulle moto di produzione. Oggi il motocross da sport è diventato quasi uno spettacolo dove la parte tecnica sulle moto è quasi scomparsa. Oggi sulle moto non si vedono più cambiamenti radicali come avveniva all’epoca, o meglio ci sono ancora, ma sono meno eclatanti. Oggi il motocross è uno spettacolo perchè la gente vuole emozioni e vedere gare in cui, sino all’ultima curva, non si sa chi vince, quindi tutti devono avere bene o male lo stesso pacchetto. Si potrebbe sicuramente fare una moto che è migliore delle altre, ma a quel punto lo spettacolo diventerebbe noioso e nessuno vuole questo. Infatti i regolamenti attuali sono scritti, purtroppo, per evitare che ciò accada. Quindi come ingegnere io sono contento di avere vissuto il passato, la mia epoca. Oggi la creatività è ingabbiata dai regolamenti. C’è poco spazio per sperimentare.

MXT: Un’ultima domanda. Lei ha lavorato in Cagiva con Claudio Castiglioni e in Aprilia con Ivano Beggio. Un ricordo dei due?

W: Sicuramente validi imprenditori che hanno avuto l’opportunità di creare e dare un forte contributo al motociclismo italiano, ognuno a modo suo. Hanno dato molto al motociclismo, regalando emozioni, dando spettacolo e facendo divertire la gente e creando molto interesse, anche se poi erano personaggi molto diversi tra loro. Purtroppo oggi la Cagiva esiste solo come marchio, ma praticamente non esiste più. L’Aprilia c’è come marchio, ma purtroppo non c’è più come casa, adesso fa parte di un grande gruppo.

Testo e foto Daniele Sinatra

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