BUON COMPLEANNO ALEX!!!

Alex Puzar: Fenomenologia di un campione.

Oggi, 19 novembre 2018, Alessandro Puzar da Ceva, in provincia di Cuneo, detto Alex o Sandro, due volte campione del mondo individuale e una volta campione del mondo a squadre, compie 50 anni.

Probabilmente Alex è ancora oggi il pilota più amato dagli italiani. Da settimane, sia su internet sia su riviste specializzate, è un proliferare di articoli, foto, ricordi sulla sua carriera. In effetti, ci sarà un motivo se il suo gruppo su Facebook è tra i più attivi o se qui su MXTRIBE il pezzo sulle domande che gli ho rivolto al volo durante GP del Trentino è stato tra i più letti in assoluto. Come spiegare questo fenomeno? Cosa ha rappresentato per i tifosi ne per il motocross italiano Alex Puzar? Forse io sono il meno adatto a farlo, sono troppo tifoso, sono spudoratamente di parte. Ma ci provo ugualmente, magari inserendo qualche aneddoto, anche personale.

Il fenomeno Alex Puzar piomba in Italia nella seconda metà degli anni 80, quando il cross italiano, che ha vissuto il confronto leggendario tra Maddii e Rinaldi, vede arrivare sui campi di gara un giovane scavezzacollo dotato di un talento immenso, puro. Puzar per il cross nostrano è qualcosa che non si è mai visto in Italia. E forse non lo si vedrà mai più (Cairoli permettendo). Probabilmente Alex può essere considerato uno dei più grandi talenti che il motocross mondiale abbia mai visto calcare una pista. Nessuno ha mai guidato come lui, con uno stile personalissimo, ma bellissimo: gomiti larghi, testa protesa in avanti oltre il manubrio ( quasi a morderlo), gambe dritte, baricentro spostato in avanti. E nessuno prima di lui ha mai esibito una così grande naturalezza nel guidare sulla sabbia, senza mai avere fatto allenamento specifici, come in voga oggi. Per Alex più la pista si riempiva di buche e canali e più veloce andava. Per non parlare del fango, tanto che uno dei suoi Nick era proprio Mud Man. Odiava, invece i terreni duri, tipici delle piste nostrane. Quante volte ad esempio ha litigato con la pista di Baldasserona, il mitico circuito Pino Serra? Eppure proprio questa pista può fornire un esempio per comprendere meglio la guida di Puzar. Siamo nel 1998, ed Alex è in piena lotta per il mondiale con Chicco Chiodi ed il Francese Vuillemin. E’ un Puzar dai 2 volti quello che corre quell’anno al Pino Serra: nella prima manche corsa sul tracciato duro come un pista della MotoGp un irriconoscibile Puzar nella prima manche coglie solo un misero 13° posto. Nella seconda manche, invece Alex stupisce tutti: parte benissimo, in testa, ma ben presto viene riassorbito da Federici,  Vuillemin, Belometti e Nunn, più veloci di lui e quindi, fino alla mezz’ora di gara, mantiene un dignitoso 5° posto. Quando tutto volge al termine, ecco che scatta l’imprevisto: a dieci minuti dalla bandiera a scacchi comincia a piovere. Le nuvole che ricoprono il circuito scaricano una leggera pioggia non tanto forte, ma quanto basta per mutare le condizioni della pista e per fare scatenare MUD MAN: mentre gli altri piloti cominciano a rallentare per le difficoltà di un tracciato improvvisamente viscido, Alex sale in cattedra e comincia ad inventarsi traiettorie inusuali, ma molto più efficaci, che gli consentono di azzerare lo svantaggio, di superare i suoi avversari in soli 2 giri ed, infine, di conquistare una superba vittoria, forse una delle più belle della sua carriera!!! In questa gara dai due volti c’è tutto lo stile e la guida di Puzar!

Oltre che dal talento, Alex è stato supportato nella sua carriera anche da un fisico eccelso. A differenza di tanti altri piloti, Alex poteva gestire una stagione di gare senza dedicarsi in maniera ossessiva agli allenamenti. Attenzione, questo non significa che non si facesse il mazzo o che non si allenasse con abnegazione, ma semplicemente che arrivava a un punto in cui diceva stop agli allenamenti intensi, solitamente con l’arrivo dell’estate, anche per una questione psicologica. Emblematica è la stagione 1995, quella del mondiale, con da un lato Maddii, il suo team manager, preoccupato perchè con l’arrivo dell’estate sa che Alex ha ridotto gli allenamenti e con dall’altro Rinaldi, team manager di Chiodi, ma che conosce Alex come le sue tasche, il quale pronostica il recupero del suo pilota. E infatti Puzar dilapida un patrimonio di 50 punti di vantaggio su Chiodi, in sole tre gare.

Già, la testa. Sicuramente, se non fosse stato per il suo carattere  molto “latino”, Alex avrebbe potuto vincere almeno altri 3 o 4 titoli mondiali, ma, purtroppo, proprio l’avere questo tipo di carattere ha costituito un suo limite. Infatti, se tutto girava per il verso giusto, era capace di dominare in lungo ed in largo senza nessuno che potesse arginare la sua forza, ma se, per caso, sorgeva un problema nella moto o nel rapporto con il team, scoppiava con la testa e non c’era più niente da fare: era capace di buttare via una intera stagione, non riuscendo a reagire. Basti pensare alla stagione 94 con il team Platini (e le famose sospensioni factory che non arrivarono mai – non certo per colpa di Pierangelo- tanto che Alex in alcune gare montò la sua forcella Showa ex factory della Suzuki), o a quella del 1996 con il Team Becchis, alla fine della quale annunciò ancora una volta il ritiro.

Tuttavia, come l’araba fenice che risorge dalle sue ceneri, Puzar, dopo avere toccato il fondo, ha sempre trovato la forza per reagire e tornare ai vertici del motocross mondiale e proprio questa sua caratteristica, secondo me, lo ha fatto amare così tanto dai suoi tifosi di tutto il mondo! Alex, nell’arco della sua lunga carriera, è passato da trionfi clamorosi ad altrettanti tonfi clamorosi, facendo passare noi tifosi dalla gioia delle sue vittorie clamorose alla delusione per le sconfitte più cocenti, dal baratro dei propositi di ritiro, al ritorno alle vittorie, cioè alle gioie più belle, proprio perché inaspettate!

Indicativa sul punto la conquista del titolo 1995 contro Chicco Chiodi. Siamo in Indonesia per la penultima prova del campionato del mondo. Durante la prima manche un Puzar appannato guida male e viene raggiunto e poi superato dal diretto rivale Chiodi. Sembra essere la fine ormai, ma ecco che qualcosa scatta nella sua testa: è l’orgoglio della belva ferita! Il piemontese ritrova all’improvviso quella cattiveria che sembrava aver smarrito nelle ultime uscite, in cui ha dilapidato il vantaggio di 50 punti, e ripassa Chicco, distanziandolo. In gara poi Alex romperà la moto, ma è quel sorpasso in realtà a decidere le sorti del mondiale 1995, come dirà poi Rinaldi. La sua testa ha fatto “Click” e l’orgoglio e la determinazione fanno il resto. Un Puzar carico psicologicamente non dà alcun scampo agli avversari. E infatti a Reil, due settimane dopo, Alex non sbagliò mai nulla: due partenze perfette in testa e vittoria del GP e del Campionato.

E che dire dell’ultima stagione iridata, quella del 2002? Anche in quel caso Alex proveniva da anni tribolati: nel 1999 aveva disputato la classe 500, tornando da Rinaldi e stupendo al debutto vincendo la prima prova iridata, poi nel 2000 era tornato alla 125 con Foi, ma terminò anzitempo la stagione perchè gli era venuta meno la voglia. Nel 2001 decise di ripartire sempre dalla 125 con una Kawasaki privata del team Bonetta, ma dotata di pezzi Pro Circuit ( che però non arrivarono mai). Anche lì però l’araba fenice, dopo aver fatto soffrire molto i suoi tifosi, decise di risorgere e stupire ancora. A metà stagione Alex, dopo una mancata qualifica nel Gp di Germania per l’ennesima rottura della moto, decise di mollare la Kawasaki e con Bonetta bussarono alla porta di Maddii ( altro ritorno dopo quello con Rinaldi). Con la Husqvarna ufficiale Alex colse buoni piazzamenti ( anche un terzo posto a Namur) e ciò gli valse un contratto di collaudatore con la casa varesina (all’epoca) e un contratto per le prime 5 gare del campionato 2002, con opzione per le successive legata ai risultati. Ora pensate che uno come Puzar, messo ancora una volta alla strette, non abbia dato il meglio di sè????

La sua ultima stagione iridata può essere infatti considerata un piccolo capolavoro, purtroppo con un finale amaro. Il campionato 2002 è un crescendo e, ovviamente, Alex con i piazzamenti nelle prime gare si garantisce il gettone per tutta la stagione iridata. Dopo un bellissimo 2° posto in Austria, la gara seguente Alex Puzar compie l’ennesimo capolavoro della sua carriera: 23 giugno 2002, Sevlievo, Bulgaria. Un caldo torrido accoglie il circus mondiale. Ci sono 42 gradi all’ombra!!! Un giovanotto di 34 anni, dopo avere fatto sfiancare dei ragazzini che hanno la metà dei suoi anni (Townley tanto per dirne qualcuno) vince a mani basse la gara e si candida come il più serio pretendente al titolo mondiale!!!! La vittoria  di Sevlievo può essere considerata un capolavoro da un punta di visto tattico e soprattutto conferma le doti atletiche di Puzar che quando ben allenato e galvanizzato non è secondo a nessuno.

Purtroppo sul più bello della stagione, quando mancano 4 gare alla fine del campionato del mondo, lo “svogliato” Puzar, che sempre detesta allenarsi d’estate, decide di partecipare a una gara di campionato italiano per allenamento. Il mondiale è stato fermo un mese per la pausa estiva e Puzar vuole farsi trovare pronto. Purtroppo in gara travolgerà la moto di un pilota cadutogli davanti e non segnalato dallo sbandieratore e la giornata si conclude con una corsa in elicottero in ospedale a causa una commozione cerebrale. La settimana dopo a Genk, causa l’infortunio, sarà costretto al ritiro e addio mondiale. A fine stagione si rifarà vincendo il nazioni con Chiodi e Bartolini e ritirandosi, quindi, da vincente. Cosa, quest’ultima, di cui pochi sportivi possono effettivamente vantarsi.

Ritiro definitivo? No assolutamente perchè Alex, dopo un paio di apparizioni  con le Husqvarna nel campionato italiano e nel mondiale 500 del 2004, sorprende ancora una volta tutti e nel 2009, con l’appoggio dell’amico Boschi decide di presentarsi a Faenza per il mondiale Veteran. La stampa, sia italiana che estera, all’epoca andò in fibrillazione perchè Alex è un personaggio che tutto il mondo ci invidia. Io c’ero ed è stato magnifico. Nell’aria si respirava qualcosa di magico. Figuratevi che Cairoli, quando lo andai a salutare nel paddock, la prima cosa che mi chiese fu: Sai che tempo ha fatto Puzar nelle libere??? Alex pur in sella di una piccola 250 4T fece addirittura la pole nelle qualifiche . Nella prima manche arrivò secondo, mentre domenica sotto il diluvio Mud man dopo una brutta partenza, recuperò sino al quarto posto, ma poi retrocesse fino all’undicesimo per un paio di cadute. L’anno dopo decise di riprovarci sempre con Boschi, ma questa volta in sella a una Aprilia 450. Tutto era pronto, purtroppo però una settimana prima del via una brutta caduta a Sissa compromise tutto. Alex rischiò molto quella volta ma per fortuna è solo un brutto ricordo.

In ogni caso ogni sua apparizione in pista è sempre una festa e credetemi se dico che per vederlo accorrono da tutta l’Italia.

Per farvi capire la caratura del personaggio, invece vado sul personale. Io e Alex ci siamo conosciuti a Mantova per il mondiale 2007. Nel GP precedente Puzar aveva affiancato Momo nella telecronaca del GP di Agueda e c’era la possibilità di inviare alcune domande ad Alex via mail che poi avrebbe risposto in diretta. Credo di avere mandato una cinquantina di domande!!! Mi appellarono in diretta come Tritamaroni e a Mantova mi organizzarono un incontro con Alex, dove fui presentato come Tritamaroni. Ovviamente tutt’ora quando Puzar mi vede, la prima cosa che fa è scappare, ma poi sciolto il ghiaccio è sempre un piacere trascorrere qualche momento con lui. Dopo quell’incontro ci siamo rivisti a Faenza, dove mi regalò la maglia di gara 2 che conservo come una reliquia. Ci siamo incontrati altre volte, ma l’emozione più grande me l’ha regalata al Supercross di Genova nel 2011. L’organizzazione aveva previsto un lap parade di Alex in sella alla moto per eccellenza: la Suzuki del 1990. Ricorreva anche il suo 43° compleanno. Ovviamente dovevo esserci. Quando arrivai, grande festa, aneddotti, battute al solito. A un certo punto ero assorto nel contemplare la belva. Alex se ne accorse e mi disse “dai Pentolino (il mio nick sui forum) salta su che ci facciamo una foto insieme”. Quella foto oggi è stampata e appesa in casa mia, credo sia una delle cose a cui tengo di più.

A questo punto dovrei dare una spiegazione al quesito posto all’inizio del pezzo. Perchè Alex è così amato?? Credo che dopo quanto scritto, non sia difficile capire il perchè? Voi che dite???

BUON COMPEANNO ALEX!!!

Ps e ricorda che mi devi sempre un’intervista! Quindi appena ci ribecchiamo , non scappare come tuo solito!!!

Testo Daniele Sinatra

Foto Pietro Ambrosioni, e Daniele Sinatra

 

3 pensieri su “BUON COMPLEANNO ALEX!!!

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