INTERVISTA A JUSTIN HILL

Oggi al press day ad Atlanta abbiamo fatto quattro chiacchiere con Justin Hill, fresco di una strabiliante prestazione sulla 450 al SX di Tampa.

MXT: Justin, prima di passare al tue fantastico debutto sulla 450 facciamo un piccolo sommario della tua stagione in 250 fino ad ora. Non sei partito nel migliore dei modi poi le cose hanno iniziato a girare per il verso giusto ed infine hai ottenuto la prima vittoria della stagione. Ho visto che hai fatto fatica con le partenze, ma vorrei capire se ci sono stati anche dei problemi di affiatamento con la moto e magari un po’ di pressione extra, generata dalla tabella numero 1.

JH: Si, una partenza di stagione da dimenticare, anche se io notoriamente ci metto un po’ a carburare e inizio ad andare forte solo dopo qualche gara. Escludo qualsiasi problema legato alla pressione, non sono uno che si fa toccare da quelle cose. Invece la moto ci ho messo un po’ a farmela come volevo io, ma alla fine anche grazie al lavoro di tutto il Team ci siamo riusciti e sono arrivati i risultati. Per quanto riguarda le partenze hai perfettamente ragione, le prime gare ero terribile, non so se era la griglia in metallo o la moto diversa, o mancanza di feeling in generale. Comunque io sono uno che è sempre partito bene quindi sapevo che era solo questione di avere pazienza e trovare i giusti setting.

MXT: Proprio adesso che iniziavi a vincere ti è toccato fermarti per il via della Costa Est. Quanto ti da fastidio questa cosa?

JH: Aaargh, odio dovermi fermare proprio ora. Meno male che il Team mi ha permesso di correre due o tre round sulla 450 in modo da poter mantenere il ritmo. Poi quest’anno ci sarà lo Shootout anche a Indianapolis per cui potrò tornare in sella alla 250 un po’ prima. I punti dalla vetta della classifica sono tanti, ma credo che una gara come lo Shootout possa farmi comodo, se gira a mio favore. Spero di poter vincere e allo stesso tempo spero che qualche pilota della Costa Est si metta tra me e i mie avversari diretti, per rubargli qualche punto prezioso.

MXT: A proposito di 450, la scorsa settimana a Tampa hai fatto furore: sinceramente, te lo aspettavi?

JH: Onestamente si, anzi mi aspettavo di vincere. Ho avuto un feeling eccezionale appena sono salito sulla 450 e sapevo di poter fare molto bene. È vero che diciamo tutti che partiamo sempre per vincere, ma questa volta lo dico sinceramente, credevo di vincere.

MXT: Nelle interviste post gara settimana corsa hai detto che è molto più difficile “outfox” questi ragazzi (outfox si può tradurre in essere ancora più furbi di una volpe, quindi essere più “volpi” degli avversari – Nda), cosa intendevi esattamente?

JH: È un insieme di cose, dalla strategia di gara a come eseguire i sorpassi, da dove devi essere ad un determinato punto del Main Event per giocarti le mosse migliori, a quanto far vedere a chi ti sta dietro. Il fattore mentale in 450 è infinitamente più importante. Nella 250 West sono l’unico che ha mai vinto un campionato, mentre questi ragazzi in molti casi hanno vinto non uno ma più titoli, sono “navigati” e veramente difficili da battere.

MXT: Tutti questi infortuni nel 2018 stanno destando preoccupazione. Tu, da un lato, ne hai tratto beneficio e ti si è aperta la possibilità di mostrare quanto vali sulla 450, ma è ovvio che la gravità degli incidenti sta affliggendo il campionato. Cosa si può fare? Ovviamente non si può pensare di ridurre il numero degli incidenti, ma forse qualcosa si potrebbe fare per ridurne le conseguenze, no? Le “reti” possono essere un primo passo?

JH: Si, gli incidenti ci sono sempre stati e ci saranno sempre, ma sicuramente si può fare di più per ridurne le conseguenze. Le reti sono certamente una buona idea, specialmente al termine di sezioni ritmiche molto veloci. Considera che Blake [Baggett] senza la rete avrebbe saltato l’appoggio e si sarebbe ribaltato sui blocchi di spugna, finendo poi sul cemento.
Credo che il problema sia proprio la velocità, che è quella che rende più grave qualsiasi incidente, portando agli infortuni. Bisognerebbe creare delle sezioni più tecniche per rallentare i piloti e togliere inerzia alle moto. Così si darebbe anche la possibilità ai migliori di emergere. Poi vanno studiate meglio alcune sezioni ritmiche. Mi spiego: su alcune piste abbiamo avuto sezioni molto difficili che ti facevano scomporre e poi ti buttavano direttamente sul triplo. È li che diventa pericoloso: io metterei il triplo per primo e poi la sezione ritmica. Oppure bisognerebbe fare una sezione molto più semplice prima del triplo e quelle veramente toste, che come dicevo ci vogliono assolutamente, andrebbero lasciate da sole. Il problema poi in realtà è sempre il primo giro, quando devi fare tutti i salti nel gruppo. In assoluto, il momento peggiore per tutti è proprio fare il triplo nel mucchio, peggio ancora se è un triplo-triplo. Quella roba andrebbe eliminata.

MXT: Non voglio assolutamente farti commentare una cosa al posto di un altro, ma guardando i video dell’incidente non ti sembra che Barcia si sia dimenticato per un attimo della pista? Qualche Pro mi ha fatto notare che la sua postura non sembrava nemmeno fosse quella giusta per affrontare il triplo. È possibile una cosa del genere?

JH: Non voglio mettere le parole in bocca a Justin ma no, non credo. Corre ad altissimo livello da troppo tempo per fare errori del genere, di sicuro non si è distratto o dimenticato la sezione. Credo piuttosto che sia arrivato sbilanciato, magari per un contatto o quasi contatto che in TV non si è visto. Comunque appena fatto l’errore ha provato subito a buttarsi tutto a sinistra, sapeva che non sarebbe finita bene… Sono sempre le partenze, è sempre il primo giro il più problematico, quando siamo tutti vicini e anche un piccolo contatto a quella velocità diventa disastroso.

MXT: E qui ad Atlanta, con la seconda edizione del Triple Crown, ci saranno addirittura tre partenze per tre Main Event, cosa ne pensi? Non credi che dovrebbero assegnare punti per ogni finale e non solo alla combinata? Se vogliono rimescolare il campionato quello sarebbe il modo migliore.

JH: Si, tre partenze con la combinata sono toste. Molti rischi in più e forse un po’ di confusione per il pubblico. Facciamo fatica a capire noi noi piloti, che abbiamo un Team con gente che studia la formula apposta, figurati che è negli spalti.
Si, l’idea di punti per ogni Main sarebbe perfetta, un pilota in serata potrebbe fare o recuperare molto terreno sugli avversari. Uno come Eli [Tomac], ad esempio potrebbe riaprire il campionato e mantenere vivo l’interesse e gli ascolti TV fino all’ultima gara, cosa a cui il promoter ovviamente tiene molto.

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